«Avevo fatto un gol antisportivo, dovevo farmi perdonare»
Articolo di Matteo Cabras pubblicato da La Nuova Sardegna del 22.01.2008
SILIQUA. Mentre in serie A si viveva l’ennesima giornata di veleni e di violenze, con l’innovazione della stretta di mano di fine gara rispettata a seconda dell’umore e del risultato, in Sardegna un ragazzino di 17 anni non ha aspettato il terzo tempo per mettere in atto un grande gesto di fair play, rimediando con un autogol volontario a un umanissimo, sportivo errore. Alessandro Pontis, attaccante del Siliqua, domenica ha stupito il mondo del pallone dimostrando che mentre in altri campi, dall’amore alle sventure, non si può tornare in dietro, nello sport è possibile. Campionato di prima categoria, girone A. Tra il lanciatissimo Siliqua e la Sguotti di Carbonia corre il quarantesimo minuto. L’arbitro, dopo aver fermato il gioco per un infortunio ai danni di un giocatore ospite, scodella il pallone tra Pontis e un avversario.L’attaccante biancoazzurro non ci pensa due volte e, invece di rendere la palla agli avversari, di prima intenzione scaraventa la palla in rete riportando a galla i suoi compagni, che erano sotto di due reti. Un gesto antipatico, che nel galateo del pallone equivale a una grave infrazione delle più elementari regole di sportività.
I giocatori della Sguotti protestano a lungo, ma l’arbitro non può far altro che convalidare.
E dopo appena cinque minuti lo stesso Pontis mette a segno il gol del due a due.
L’intervallo serve a raffreddare gli animi. E all’inizio della ripresa ecco inaspettata l’ennesima sorpresa. Il Siliqua batte il calcio d’inizio. Palla a Pontis che, percorsa a ritroso tutta la sua metà campo, deposita il pallone alle spalle del suo portiere. Incredulità generale. Silenzio in campo e sugli spalti con la Sguotti di nuovo in vantaggio e partita di nuovo in salita per i biancoazzurri di Siliqua. Un gesto da applaudire, comunque.
Ma chi è questo diciassettenne che, con il suo gesto, ha impreziosito le fredde cronache della domenica dilettantistica? Classe 1990, originario di Iglesias, Alessandro Pontis ha cominciato nelle giovanili del Cagliari. Un anno negli allievi poi il ritorno nell’Iglesiente. A Siliqua la promessa sulcitana sta trovando la sua consacrazione e quest’anno è stabilmente nella prima squadra, con la quale ha realizzato già quattro reti.
Timido, taciturno, non si capacita del grande eco mediatico del suo gesto e spiega così l’accaduto. «Dovevo assolutamente rimediare. Non è bello segnare un gol come ho fatto io. Ho subito sentito intorno una grande pressione, che conl passare dei minuti è diventata insostenibile».
«So che avrei dovuto restituire la palla agli avversari, ma il mio è stato un gesto istintivo. La foga agonistica non mi ha fatto pensare a quello che stavo facendo».
Lo stato d’animo del ragazzo, attonito e scosso per quanto accaduto, è stato immediatamente recepito dai compagni di squadra più scafati che, insieme all’allenatore, hanno deciso nell’intervallo di restituire il maltolto all’undici avversario.
«Nel chiuso dello spogliatoio ci siamo consultati e abbiamo preso, insieme, la decisione - conclude Pontis -. Immediatamente dopo l’autogol mi ha fatto piacere sentire i complimenti degli avversari che, dopo un momento di incredulità, hanno capito l’importanza del mio gesto». E la partita? E’ finita 3-3.
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