Articolo pubblicato dal quotidiano "Il Centro" del 28.01.2008
PALERMO. Se gli adulti non danno l’esempio, allora tocca ai più piccoli insegnare cosa è il fair-play. A Palermo, sul campo dei Cantieri Navali, i giovani calciatori della Fincantieri si sono resi protagonisti di un bel gesto di sportività nell’atteso derby contro la Panormus, valido per il campionato Allievi Regionali. A metà ripresa, sul risultato di 0-0, la Fincantieri è passata in vantaggio grazie alla rete del giovanissimo Opoku, a segno però mentre un avversario era a terra in preda a crampi. A frenare le vivaci proteste degli avversari ci ha pensato il tecnico della Fincantieri, Matteo Di Fiore, che ha ordinato ai suoi ragazzi di permettere il gol del pareggio alla Panormus. Detto, fatto: mentre tutti i giovani calciatori locali rimanevano fermi, Lombardo è potuto andare indisturbato in rete e ripristinare il risultato di parità, gesto particolarmente apprezzato dal numeroso pubblico presente sugli spalti. La partita si è conclusa con un improvvisato “terzo tempo” tra gli applausi.
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Fair Play ... Botte a Gaeta, presidente ritira la squadra
Articolo pubblicato dal quotidiano "Il Centro" del 28.01.2008
«Una domenica bestiale». E’ quella vissuta ieri dal Pisoniano, impegnato a Gaeta in un incontro del campionato Eccellenza laziale (girone B) nella definizione del suo presidente, l’avvocato Giovanni Bernardini, costretto a ritirare la squadra alla fine del primo tempo, è la sua denuncia, per l’aggressione subita nel tunnel che porta agli spogliatoi.
Ecco il suo racconto: «A pochi minuti dalla fine del primo tempo, sul risultato di 2-2, l’arbitro ha espulso due giocatori, Ansini del Pisoniano e Trabelsi del Gaeta. All’ingresso del sottopassaggio il mio giocatore è stato preso a calci e pugni da Trabelsi, spalleggiato da altre due o tre persone». Ma il peggio doveva ancora venire. Perché «quando l’arbitro ha fischiato la fine, mentre le squadre rientravano negli spogliatoi, è scattata una caccia all’uomo, con i miei giocatori aggrediti da tesserati del Gaeta ed altra gente che si trovava lì non si sa a che titolo».
Altre botte, calci, minacce. «Sono sceso dalla tribuna e ho trovato i ragazzi terrorizzati, con bernoccoli e lividi. Allora mi sono assunto la responsabilità di non farli rientrare in campo, ho ritenuto che non vi fossero le condizioni per proseguire la partita. Rischiamo la sconfitta a tavolino? Non mi interessa, era mio dovere rivendicare un principio di lealtà sportiva».
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