venerdì 18 gennaio 2008

Contro il giocatore nero, il "buu" è superato. Urlare "morte" è la nuova frontiera dei deficienti


Dal sito della Pro Sesto.
''L'esordio del terzo tempo e l'invito al fair play non sono riusciti a cancellare episodi inqualificabili e lontani anni luce dallo spirito con cui bisognerebbe vivere il calcio e piu' in generale lo sport''. Lo afferma Elisabetta Pasini, unica donna presidente di una squadra di calcio professionistica, da luglio al vertice societario della Pro Sesto, compagine del campionato di serie C1. L'esternazione di Elisabetta Pasini fa riferimento all'atteggiamento avuto ieri dagli oltre 500 tifosi (se e' lecito chiamarli cosi') del Verona verso i giocatori di colore della Pro Sesto, Youssuf Kone' e Rodrigue Boisfer, in occasione della partita di campionato svoltasi ieri a Sesto San Giovanni tra biancocelesti e gialloblu'.

Cosi' come nella gara d'andata (quando il Verona fu multato dagli organi competenti per reiterati cori razzisti verso i calciatori di colore della Pro Sesto), il fatto si e' ripetuto ma con una variabile nuova e altrettanto grave, al ritorno. Oltre ai ''buu'' rivolti ai due giocatori di origini africane, in occasione di un infortunio subito da Kone', apparso prima grave ma poi fortunatamente rivelatosi meno preoccupante (il centrocampista e' rimasto a terra immobile per un violento colpo alla testa), si sono aggiunti, da parte dei 500 sostenitori veronesi, cori reiterati e inequivocabili all'indirizzo di Kone' che scandivano ''morte, morte''. Il tutto, ma solo per la cronaca, sotto gli occhi del presidente della Lega di serie C e della Nazionale di categoria, Mario Macalli e Giorgio Veneri, in tribuna allo stadio Breda.

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