venerdì 20 agosto 2010

Mi chiamo Milco, cercate un allenatore incapace?

Articolo pubblicato dal Centro Sportivo Italiano di Vallecamonica

"Io per i genitori sono e sarò sempre un allenatore incapace. Mi chiamo Milco, sono un allenatore di calcio di settore giovanile ormai da 14 anni, sempre nei quartieri di Bergamo, e attualmente sono il mister di una squadra allievi Figc. Vi racconto con ironia il perché del titolo di questa mia lettera di sfogo». «I genitori non sono e non saranno mai contenti e la loro infelicità diventa un mio limite. Ho partecipato per tre anni a un campionato categoria giovanissimi Figc denominato "fair play". Questo campionato aveva due regole principali. La prima era che la partita era suddivisa in tre tempi da venti minuti ciascuno e inoltre vigeva l'obbligo di far giocare per un tempo tutti i ragazzi che erano a disposizione in panchina». «I sette cambi io li facevo sempre all'inizio del secondo tempo, in più ovviamente c'erano tutte le altre regole comuni del gioco del calcio. Avevo venti giocatori in rosa e di conseguenza c'erano quaranta genitori. Il regolamento mi consentiva di inserire in distinta solo diciotto giocatori (undici titolari e sette a disposizione), quindi purtroppo due ragazzi non potevo convocarli». «Pronti via ed ecco che per i quattro genitori di quei due ragazzi non convocati io ero un allenatore incapace. Dai Milco, mi dicevo, non ti abbattere, ne hai ancora trentasei che ti stimano. Arrivava il giorno della partita e io mi dovevo attenere al regolamento, undici titolari e sette a disposizione». «I ragazzi erano vestiti, uscivano dallo spogliatoio ed entravano in campo per il riscaldamento. I titolari all'interno del campo di gioco, gli altri da un'altra parte a palleggiare tra loro. Boooommmm! Ecco che anche per quei quattordici genitori resisi conto di avere i propri sette figli non titolari io ero diventato un allenatore incapace, nonostante avessi comunque convocato i loro figli». «Non devo mollare, mi dicevo allora, ho ancora ventidue genitori che mi vogliono bene. L'arbitro era pronto a fischiare l'inizio della partita, i ragazzi titolari si disponevano in campo in base ai ruoli da me dati. Non era possibile, porca miseria che sfortuna, per otto genitori i loro quattro figli giocavano fuori ruolo. Mi veniva da morire, nonostante li avessi convocati, nonostante giocassero titolari, anche per loro otto io ero un allenatore incapace». «Barcollavo ma non mollavo, avevo pur sempre ancora quattordici genitori che mi stimavano.... Ma no! Finito il primo tempo e nel rispetto del regolamento, facevo entrare tutti e sette i ragazzi che erano a disposizione. Ma io mi chiamo Milco ed ero, sono un allenatore incapace e sapete cosa combinavo con i cambi? Lasciavo in campo i quattro giocatori che "erano fuori ruolo" e sostituivo gli altri sette, così anche per gli ultimi quattordici genitori io mi trasformavo in un allenatore incapace, nonostante la convocazione e la maglia da titolare». «Mi chiamo Milco, cercate un allenatore incapace?»

2 commenti:

Alessia ha detto...

Ciao Milco mi chiamo Alessia sono una ragazza con la passione del calcio e da qualche anno ho scoperto un modo nuovo di viverlo, da mister...
Sinceramente nn ho nessuna esperienza nel settore ma ti posso dire una cosa, fino a quando riesci a far divertire i ragazzi per loro sarai i miglior allenatore del mondo, x i genitori... che facciano solo i genitori dentro il campo nn sono nessuno...
Ci sei solo tu e i tuoi ragazzi...

loryzz ha detto...

Capisco in pieno la tua situazione, così come credo la maggior parte degli allenatori delle categorie giovanili. Per gli esordienti, di cui mi occupo, la regola dei 3 tempi e l'obbligo di schierare tutti i ragazzi sono sempre presenti nelle partite di "campionato". Naturalmente ogni genitore ritiene l'allenatore del proprio figlio un incapace se solo si azzarda a richiamare il proprio figlio, figurarsi poi a sostituirlo o a non convocarlo! La cosa negativa è che magari tu ci stai mettendo tutto l'impegno di questo mondo per fare crescere i loro figli sani e con dei buoni principi, trasmettendo la giusta passione per questo sport. La soluzione migliore è evitare di ascoltare i pareri di genitori e falsi esperti, valutando secondo gli obiettivi che ci si è prefissati e non basandosi sui singoli episodi e/o lamentele degli altri. In bocca al lupo per il tuo campionato!